La vera economia parte dal bisogno dell’uomo, dalle sue esigenze e dai suoi desideri.
È l’uomo che svegliandosi, facendo colazione, andando a lavoro, portando i figli a scuola, al parco giochi, tornando a casa e cenando, mette in moto l’economia. È la normalità della vita vissuta, fatta di esigenze, bisogni e desideri, che permette di consumare e produrre. Ogni produzione è proporzionale al consumo e ogni consumo sensato permette una sana economia. Lo stato nasce per consentire alle persone, al popolo, al singolo cittadino di vivere una vita serena dove le leggi siano rispettate da chiunque. È l’uomo al centro e non lo stato.
Ma come potrebbe esserci questa perfezione oggi che si parla di crisi economica e finanziaria,crisi di valori e di identità ? È solo tutto un’utopia? Io penso proprio di si. invece siamo costretti a credere che sia impossibile perché il potere vuole questo, il potere di qualunque specie , di qualunque natura sia. Il potere vuole sempre che ci sia qualcuno sottomesso altrimenti non sarebbe potere, non avere nessuno su cui comandare è come essere inutile. Ma questo è il potere che l’uomo, dando vita alle civitas, ha immaginato?
E oggi lo stato (creatura dell’uomo) cosa fa? Ha reso i suoi genitori suoi schiavi.
E oggi lo stato chi è? Chi lo rappresenta? Non sono per caso le persone che la politica attuale ci impone che siano lì a legiferare?
Oggi, non si sa mai per quale motivo, ma chiunque sia lì al governo invece di rendere la vita un po’ più spianata (non senza le sue difficoltà) cioè senza le pressioni psicologiche a persone che a fine mese non arrivano cosa fa? Rende tutto più difficile e inizia a tassare le cose più impensabili. Ma possibile che alla domanda “dove prendiamo i soldi?” unica risposta sia “dalle tasche del popolo”? Possibile che nessuno pensa mai a come far rientrare i cervelli italiani che vanno all’estero a fare ricerca, che scoprono cure contro i tumori, che inventano novità assurde e stupende nella tecnologia??
Oggi si assiste ad un’unica cosa la svendita dell’Italia al miglior acquirente che sia cinese pakistano africano americano o di uno dei paesi europei , non importi di dove sia l’importante è che ci acquisti.
L’Unità europea nasce a Roma nel dopoguerra e oggi a Roma o si pensa a come uscirne o si pensa a come pagarla ma nessuno che pensa se possa essere un’occasione vera di crescita per noi.
Si leggono gli articoli di Di Maio che cerca di portare il Made in Italy all’estero ma per caso il Ministro e Vicepremier sa che i giapponesi venivano in Italia per imparare a lavorare e per capire come si produceva. Il Made in italy non ha bisogno della politica per l’export, la politica dell’export è già fatta dalla bravura degli artigiani, degli operai specializzati che esistono solo qui, la fa il nome della qualità che il Made in italy ha e non le leggi. Lo stato dovrebbe preoccuparsi di come sostenere gli operatori dei nostri manufatti, di come tutelarli invece di tassarli. L’economia parte da loro, dalla loro capacità di acquisto.
In tempi di crisi soprattutto economica per la nostra nazione (vedasi la disoccupazione) occorrerebbero scelte coraggiose. Scelta coraggiosa non è tassare la merendina anzi questa ricadrebbe sulle giovani coppie che già fanno fatica a comprare i libri per la scuola ma anche sulle aziende italiane perché le brioche che si consumano sono tutte Made in italy. Scelta coraggiosa è detassare, è dare la possibilità al popolo di spendere, di fare la spesa, di comprare il cappotto per l’inverno, scelta coraggiosa è detassare le aziende dando loro la possibilità di assumere, unica possibilità per ridurre la disoccupazione. L’economia si è costruita nei secoli invece oggi c’è la presunzione di ricostruirla in un mese. Per caso i nostri politici si sono rivolti tutti al genio della lampada?